Vi ricordate Icaro? Si, proprio lui, il figlio di Dedalo, quel ragazzotto che quando il padre gli ha dato le ali ha leggermente esagerato credendo di poter toccare il sole (e senza neppure tracannarsi una Red Bull, che sciocchezza!). Bene, se ce l'avete presente vi confesso un segreto: era un pirla. Direte voi: "Si lo sappiamo che era scemo, non c'era bisogno di scriverci sopra un post". Giusto, per carità, ma io mi sono fatto questa idea non per l'impresa in sé o la figura misera che ha fatto, quanto piuttosto per una serie di motivi che proverò a spiegarvi e che dicono moltissimo del modo con cui oggi affrontiamo in generale le sfide, sportive e non.
FLY DOWN GIOVANE!
Le ali che il padre di Icaro dà al figlio servono per volare ma, non va dimenticato, sono solo uno strumento, non modificano la natura del ragazzo. Icaro non si trasforma in un uccello anche se lui ne sembra convinto. Il talento che hai, similmente, è un dono che come un paio d'ali ti può far volare alto, molto alto. Ma ricordati che tu non sei il tuo talento e se ti identifichi in esso rischi di non riconoscere fino in fondo la tua natura e di trovarti a cadere rovinosamente. Impara a riconoscere i tuoi limiti e a rispettarli. Sfidali, ci mancherebbe altro, ma rispettali.
VOLARE BASSO MA NON TROPPO
Purtroppo Dedalo ha rotto le scatole al figlioletto solo per dirgli di stare su. "Stai su Icaro, stai su che sennò ti bagni e caschi come un caco maturo!". Se Icaro fosse volato troppo basso, infatti, avrebbe rischiato di bagnare le ali con l'acqua del mare. Così l'idea di Dedalo si sarebbe appesantita costringendo il ragazzo-volante a inabissarsi. Peccato che al pargolo sia scesa la catena travisando le indicazioni di papà e su c'è andato un po' troppo. Ma non è questo il punto. La questione è quella di partenza: essere troppo ancorati al momento, alle singole situazioni, ti appesantisce e ti porta a infossarti. Il match che non va, l'allenatore che ti stressa, la difficoltà ad incastrare tutti gli impegni sono il quotidiano a cui devi saper rispondere, ma ricorda che non sono la sola cosa che conta.
VOLARE É OSCILLARE
La giusta misura ce l'ha Dedalo (non per niente si salva) ed è guardare avanti a sé. Non esagera, prende le misure. L'insegnamento è che la vita, le sfide che siamo chiamati ad affrontare, ci chiedono un atteggiamento di un continua oscillazione tra grandi aspirazioni (talvolta veri e propri sogni) e concrete azioni quotidiane che possono diventare sconfortanti. Il nostro avanzare consiste nel non farsi attrarre da uno di questi due poli. Dobbiamo riconoscere che esistono e tracciare uno spazio di volo contenuto tra di essi. Abbiamo bisogno come l'aria delle aspirazioni, però non possiamo perderci in un universo unicamente sognante come d'altra parte abbiamo bisogno di essere aderenti alla realtà senza che questa si trasformi in un limite invalicabile. Volare è un equilibrio delicato fatto di alti e bassi, un'oscillazione costante.
INFORMATI E CERCA LA COOPERAZIONE
Va ricordato che di solito si "salva" chi sa fare le cose. Il grande limite di Icaro, infatti, è quello di aver usufruito dell'invenzione del padre senza essersi interessato al suo funzionamento. Dedalo conosceva i limiti della sua invenzione perché ne era il costruttore. Capire, comprendere e sviluppare competenze è l'unico modo per non fare stupidaggini.
Infine aggiungo una piccola nota per gli adulti che si occupano dei ragazzi (nella scuola e nello sport e più in generale nella vita).
Anche Dedalo ha commesso un errore: non ha saputo far partecipare alla sua invenzione il figlio. "Che vuoi che ne capisca quel babbeo? A lui basta avere le ali". Sì sì, e poi si è ritrovato a dover spiegare a casa che fine ha fatto la prole. Non ha saputo lavorare con lui convinto che bastasse lavorare per lui. Questo ci dice che se non sappiamo costruire relazioni cooperanti inevitabilmente ne usciremo sconfitti, su livelli diversi: risultati, rapporti, soddisfazione...
Cristiano Pravadelli