Sull’Arena di oggi ho trovato questo interessante articolo nel quale, in estrema sintesi, il coach Cristian Vinco afferma che è fondamentale prolungare il più possibile l’esperienza ludica del tennis per poter massimizzare il livello di apprendimento. Come dire che più posso sperimentarmi senza il peso di dover dimostrare di avere un talento e maggiore sarà il mio livello di apprendimento.
E ancora, alla domanda quale sia la chiave per allenare i giovani atleti di oggi risponde: “La capacità del maestro di adattarsi alla personalità dell’atleta”. Ascolto, sintonizzazione, divertimento, motivazione, apprendimento, sviluppo di competenze, crescita armonica, pazienza… sono solo alcune delle suggestioni che nascono leggendo le righe dell’intervista.
Molte di queste suggestioni, però, sono competenze mentali e non c’è nessuna citazione nel testo dell’importanza di aver cura anche di questo aspetto nella crescita armonica dei ragazzi. Ciò che mi sento di aggiungere, pertanto, è che imparare a divertirsi, imparare a imparare quando il sistema (scuola, famiglie, amici, sport…) preme perché si vinca e si producano risultati in fretta può diventare una battaglia controcorrente gigantesca per un ragazzo. Possiamo dirgli che si diverta, ma DIVERTIRSI potrebbe essere una parola svuotata dal suo significato per chi vive immerso in un sistema fortemente performante.
Per questo, a mio avviso oggi (nello sport come nella vita) si necessita primariamente di un allenamento che parta dalla testa (dell’atleta, dei genitori, dei preparatori tecnici e atletici) L’atleta deve allenare al pari del suo corpo i “muscoli mentali”. Il sistema che lo circonda, invece, deve allenare la capacità di sintonizzazione, di ascolto e la capacità di saper attendere. Infine, diciamocelo, ma quanto meraviglioso è che qualcuno che ha segnato nel cognome un destino (Vinco) sposti l’attenzione sul processo?
Cristiano Pravadelli