Sono al cambio di campo e sono combattuto tra le buone sensazioni del mio gioco e quelle pessime del mio fisico. Ora se vuoi immagina il cambio di campo come tra un set e l'altro di tennis, il primo e il secondo tempo di una partita di Football Americano, la prima e la seconda prova nelle regate, un round e l'altro nella box, una prova e l'altra di danza sportiva, il primo e il secondo semestre a scuola, il compimento dei tuoi 50 anni.
Sono al cambio di campo e la sensazione è che la partita ora si faccia più dura e più difficile di altre. Sto bevendo perché sento la sete, mangio mezza banana perché ho la sensazione che mi manchino le forze e questi non sono buoni indicatori. Ho la certezza che nella prima parte di questa partita ho dato molto, ma non mi sono gestito bene: ero concentrato sulla performance e a dimostrare di essere il miglior giocatore che l'avversario avesse mai incontrato e facendo questo non ho ascoltato il mio corpo.
Sono uno stupido, la mente funziona, la tecnica anche, ma il corpo lo trascuro come se avessi 20 anni, come quando potevo chiedergli gli straordinari e lui rispondeva pronto e con la capacità di recupero di un bambino, un bambino che dorme 10 minuti e torna in pista carico come dopo aver dormito una notte intera.
Ma ho pochi minuti di tempo e in questi minuti voglio pensare a ciò che ho fatto bene e a cosa devo migliorare dal punto di vista tecnico, tattico, atletico e mentale. Arrivo alla conclusione che la chiave di svolta di questa seconda parte di gara sia usare una migliore strategia. Ora sono consapevole delle mie forze e dei miei limiti, devo dare il massimo sul piano strategico e utilizzare al meglio tutti gli alleati con cui negli anni ho costruito una relazione. Il mio dialogo interiore e la costruzione delle strategie punto per punto si baseranno sull'ascolto, o meglio sul recupero del pensiero di tutti gli allenatori che ho incontrato nella vita.
Ora l'arbitro chiama il rientro in campo e non c'è più tempo per riflettere, devo mettere in atto ciò che ho pensato in questi minuti e dare il meglio di me. Mentre entro in campo osservo i miei attrezzi sportivi, il campo che calpesto, la mia maglietta sudata, ascolto i miei dolori fisici e gli acciacchi e sento di essere qui per fare ciò per cui sono nato. Ora sono pronto per il fischio d'inizio consapevole di chi sono, del momento che vivo e di cosa so fare, inizia il Rock'n Roll.
Life Sport Trainer Paolo Loner