La nascita dei giochi olimpici
La civiltà minoica, che si sviluppò a Creta e si diffuse nell’Eegeo nel secondo millennio a.C., recepì influssi significativi della civiltà egizia a molti livelli della cultura e dell’arte. Dall’Egitto passarono a Creta una serie di attività agonistiche e di giochi a carattere atletico, che con il passare del tempo i Minoici trasformarono in vere e proprie competizioni. Le attività sportive nell’epoca Minoica avvenivano durante le feste religiose in cui gli spettatori assistevano all’esibizione di atleti che si riproducevano in numerosi esercizi che richiedevano destrezza fisica e tecnica.

Tra gli sport minoici i più importanti erano la lotta, il pugilato, le acrobazie e la tauromarchia. La tauromarchia era l’attività che aveva più di tutte le altre un carattere religioso data dalla sacralità del toro e dai simboli religiosi raffigurati nelle sue rappresentazioni. Nel corso di queste manifestazioni gli atleti erano mossi dal desiderio di:

  • esibire la loro prestanza fisica
  • dall’alto ideale di una leale competizione sportiva
  • il carattere religioso dell’evento.

Nell’antichità l’attività sportiva infatti era strettamente legata alla religione. Gli agoni atletici costituivano parte di manifestazioni di culto delle varie città e miravano a ottenere sia il favore delle potenze della natura e della terra, sia quello della morte. Venivano organizzate competizioni sportive per tributare onori funebri a personaggi di rilievo.

A Olimpia si riuniva in quei giorni tutta la Grecia, atleti, ambasciatori dalle varie città, mercanti, poeti, filosofi, oratori. Zeus era adorato e i giochi olimpici si svolgevano in suo onore. Quanto più splendida era l’ambasceria e quanto più preziose le offerte a Zeus. Le offerte votive dei vincitori a Zeus comprendevano soprattutto armi (spade, elmi, corazze, scudi, etc.).

Olimpia si trova nel Peloponneso nella provincia di Elide, ed il luogo in cui si tenevano i giochi olimpici era composto da:

  • il tempio di Zeus. l’area circostante il tempio era riccamente ornata con opere scultoree offferte al santuario da città greche o da privati cittadini. Una delle statue del tempio di Olimpia giunte fino a noi è la celebre Nike di Peonios. Fu dedicata dai Messeni che parteciparono alla guerra del Peloponneso dalla parte degli Ateniesi. Dopo la vittoria sugli Spartani eressero questo monumento per rendere grazie a Zeus. la statua personifica la vittoria ritratta nel momento in cui scende dal cielo con le ali spiegate. La presenza dell’aquila ad ali aperte è il simbolo di Zeus che dona la vittoria agli uomini.
  • il Pritaneion, la sede dei sacerdoti responsabili dei sacrifici. All’interno ardeva la fiaccola dei giochi.
  • Heraion di Olimpia. Santuario in cui si venerava Hera e Zeus. luogo in cui venivano esposte le statue votive e religiose.
  • Il Pelopion, santuario dedicato a Pelope. Secondo la tradizione le gare di Olimpia erano state dedicate inizialmente a Pelope, re dell’Elide, che era stato sepolto a Olimpia.
  • L’altare della cenere. Sull’altare si sacrificava in qualsiasi giorno dell’anno oltre che in occasione delle Olimpiadi.
  • Lo stadio, una pista lunga 192,27 metri, distanza valida per tutti gli stadi antichi per la gara di corsa. Gli spettatori erano disposti su tutti i quattro lati della pista, potevano arrivare fino a 45.000 unità e sedevano per terra. La corsa coi carri e le gare equestri si tenevano nell’ippodromo.
  • La palestra, serviva per l’allenamento degli atleti nelle specialità pesanti, lotta, pugilato e pancrazio. Negli spogliatoi delle palestre oltre agli allenamenti si tenevano durante l’anno lezioni di filosofi, discussioni, conferenze e letture.

L’attività fisica come cura del sé e come sviluppo doti per l’attività bellica
Per i Greci antichi il mantenimento della forma fisica significava un’eccellenza dello spirito, oltre che del corpo. Grazie all’esercizio costante si sviluppavano le doti indispensabili nella vita quotidiana e nell’attività bellica. La forza fisica, la resistenza, la velocità, l’intelligenza e la saggezza. L’ordinamento democratico di moltissime città stato greche, facevano coincidere la cura del corpo con quella dello spirito. Nella costituzione ateniese era la formazione dei giovani mediante la ginnastica e la musica affinché diventassero cittadini “belli e valorosi” forti nel corpo e nobili nello spirito. Proprio in alcuni ginnasi di Atene sorsero le maggiori scuole filosofiche dell’antichità, come l’Accademia di Platone e il Liceo di Aristotele.

I 5 giorni dei Giochi Olimpici
A partire dal 472 a.C. i giochi olimpici durarono cinque giorni, tre dei quali dedicati alle gare. Il primo giorno si teneva la cerimonia di apertura davanti all’altare di Zeus e il resto della giornata era riservato ai sacrifici delle ambascerie agli dei protettori di ciascuna città. Il secondo giorno era dedicato all’ingresso dei giudici, che erano anche gli organizzatori dei giochi, degli atleti e degli araldi nello stadio affollato di spettatori. Il terzo giorno la mattina, i visitatori e le autorità offrivano un’ecatombe, il sacrificio di 100 buoi presso l’altare di Zeus, al termine del quale iniziavano le gare. Il quinto giorno era dedicato a incoronare i vincitori nel tempio di Zeus. Gli atleti non ricevevano ricompense in denaro ma venivano incoronati con ramoscelli di ulivo, ramoscelli che provenivano dall’ulivo che cresceva vicino al tempio di Zeus e la vittoria veniva dedicata a Zeus in segno di riconoscimento verso il dio.

Il fattore religioso nei Giochi Olimpici incomincia a indebolirsi
La civiltà micenea, influenzata dalla Creta Minoica, adottò in gran parte le specialità sportive e ne inventantò di nuove. I Micenei erano attratti dall’atletica leggera, dalla lotta e dal pugilato. I Micenei, data la loro indole bellicosa, conferirono alle varie attività atletiche un carattere agonistico simile a quello che contrassegnerà più tardi i giochi olimpici, mantenendone un carattere culturale. Sui testi di Omero, nell’Iliade descrive minuziosamente i giochi organizzati da Achille per onorare la memoria di Patroclo. La società omerica è caratterizzata da un genuino spirito olimpico e lo spirito bellicoso degli eroi omerici si combinava con un amore sconfinato per l’attività fisica e obbligava a tenersi continuamente in esercizio.

Sempre nei testi dei poemi omerici per la prima volta nella storia si incontra la parola “atleta”. Le gare erano seguite da un pubblico entusiasta, che faceva scommesse sui risultati. Sembra che in questo periodo coincida la vittoria degli atleti con un premio in denaro o di altro genere. In ogni caso per gli atleti la vittoria morale e i grandi onori loro attribuiti rappresentavano gli ideali sportivi del periodo classico. Nonostante l’aspetto religioso cominciò ad indebolirsi, le gare furono sempre accompagnate da manifestazioni rituali e di culto e continuano a svolgersi in onore di qualche divinità.

Lo spirito agonistico degli antichi Greci non si limitava però solo all’atletica. Il celebre detto “bisogna essere i migliori e superare gli altri”, fu sempre l’ideale supremo dell’antichità. Una nobile competizione era alla base di quasi tutte le attività della vita e contribuiva allo sviluppo della persona in quanto fonte di creatività. Non a caso in ogni ambito culturale e artistico i più meritevoli venivano segnalati grazie ai concorsi panellenici e locali. Pittori, scultori, poeti, filosofi, retori, politici, persino gli artigiani gareggiavano con le loro opere l’uno contro l’altro. La vittoria si traduceva in affermazione sociale e garantiva onori a vita.

La cultura Spartana si fa strada nella cultura dei Giochi Olimpici
Radicata nelle abitudini dei guerrieri dell’età Omerica vi era l’importanza di mostrare la loro bravura non solo nei campi di battaglia ma anche nelle sfide sportive. Sfide che permettevano di esaltare l’abilità, le doti personali, la competitività.

L’età Omerica è stata un tempo di guerra. Le attività predatorie più che vere e proprie guerre erano una specie di tecnica di sopravvivenza visto la scarsità di risorse naturali come la Grecia arcaica. Condizioni di vita instabili in quella che diventerà poi la civiltà ellenica. Una instabilità connessa all’assenza di forme di potere capace di regolare comportamenti, la disposizione verso l’attacco o la difesa, lo scontro fisico. L’aggressività, la prontezza ad assalire o a rispondere alla minaccia come agonismo. L’uomo greco (J. Burckhardt storico svizzero) è agonale per eccellenza. La competitività gli serve come la forza fisica. Naturalmente si tratta del guerriero. La prima metamorfosi è data dall’esigenza di assicurare la preparazione militare. Al guerriero nuoceva l’ozio negli intervalli tra gli scontri, avrebbe smarrito la forma. Doveva allenarsi. Le esercitazioni in vista della messa a punto delle doti fisiche e psicologiche, delle abilità e dei valori, hanno portato gli Spartani ad utilizzare le Olimpiade come campo di allenamento. Le Olimpiadi segnano per tutta la cultura Greca un momento di pace in cui tutte le popolazioni si riunivano in una temporanea comunità ellenica, sospendendo le divisioni, tregua sacra e facendo esperienza dell’appartenenza di una cultura comune. L’unità greca si costituiva mediante una esperienza ludica e simbolica sotto l’egida degli dei. Sparta grazie alla sua cultura e la sua educazione rigida ha avuto un primato nelle vittorie olimpiche tra la 16^ e la 50^ Olimpiade in cui contò 20 vincitori contro i 15 delle altre città-stato.

Due culture così diverse, lo spirito greco che valorizzava la cura del sé, l’intelligenza, il gusto per la critica e l’arte si trova a convivere nei giochi Olimpici in nome di Zeus con un sistema chiuso e rigido del costume spartano.

L’evoluzione dei giochi olimpici dal 776 a.C. Olimpia al 2012 Londra
Nel 776 a.C. i primi giochi olimpici comprendevano solo una gara, la corsa dello stadio. La durata fu di un solo giorno fino alla tredicesima Olimpiade (728 a.C.) allorché cominciarono ad aggiungersi nuove gare e la durata complessiva fu prolungata fino a cinque giorni.

Nel 472 a.C. l numero di giudici passò da due a dieci e la durata dei giochi fu fissata a cinque giorni.

Nel V secolo a.C. fu costruito un nuovo stadio in cui si collocarono stabilimenti termali, la sede dei sacerdoti e l’altare in cui ardeva perennemente la fiaccola dei giochi.

Al 373 a.C. risalgono i primi mutamenti negli ideali atletici. I giochi assunsero un aspetto professionistico e gli atleti incominciarono a mirare alla vittoria per i vantaggi che ne conseguivano.

Nel 200 a.C. i giochi diventarono un polo di attrazione per gli atleti professionisti che provenivano ormai anche dall’Oriente.

I Giochi Olimpici ai tempi moderni
1896 Olimpiadi di Atene - 14 paesi – 43 specialità – 241 atleti (nessuna donna) - 11 paesi - 9 giorni di gare - 80.000 spettatori - 5 impianti sportivi

1948 Olimpiadi di Londra - 59 paesi – 136 specialità – 4.099 atleti (3.714 uomini, 385 donne) nascono le prima Paraolimpiadi. Il medico Ludwig Guttmann introdusse per ragioni terapeutiche un programma di esercizi sportivi presso il centro per le patologie della colonna vertebrale. Il giorno di inizio delle gare del 1948 realizzò una serie di gare atletiche per invalidi. Le prime vere Paraolimpoiadi si svolsero nel 1952 presso il centro medico del dr. Guttmann.

2012 Olimpiadi di Londra - 205 paesi – 302 specialità – 10.973 atleti (6.113 uomini e 4.860 donne) - 17 giorni di gare - 8 milioni di spettatori- 33 impianti sportivi - il villaggio olimpico ha ospitato 17.320 posti letto distribuiti in 3.300 appartamenti - costo dell’olimpiade 2 milioni di sterline.

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