Personalmente non amo le metafore. Qualche anno fa ho lavorato in un ambiente in cui certi manager parlavano sempre attraverso questa figura retorica: dalla pallavolo alla Formula 1 era un continuo. Ne bastavano due nella stessa riunione e ci sembrava di essere catapultati in un cartone animato. Amo andare in bicicletta però e durante la fatica delle salite la mia mente divaga. La scorsa domenica pedalando e divagando ho composto un elogio. Un elogio si, del tornante, e non sarà una metafora, quanto piuttosto un parallelo tra il tornante e la nostra quotidianità.
Iniziava a pensarci la mattina, quando era a scuola, e gli si chiudeva lo stomaco. Pensava all’odore del cloro, l’odore che sentiva quando entrava nell’edificio che ospitava la piscina. Bastava quello a mettergli l’angoscia. Aveva lezione di nuoto il martedì e il venerdì. Due giorni da dimenticare, da cancellare dal calendario. Quei giorni, a scuola, non mangiava nemmeno la merenda, una rosetta al prosciutto cotto, avvolta in un tovagliolino di carta bianco e sistemata in un angolo della cartella. Al massimo ne mangiava un morso o due. Poi la dava a Luciano, un compagno di classe grande e grosso con due occhioni verdi da attrice del passato. Ma perché invece di fare nuoto non fai calcio, domandava Luciano sbattendo le lunghe ciglia e poi mordendo il panino al prosciutto. Oppure judo? Perché non vieni con me a judo? Luciano spostava i suoi occhi buoni dal panino al viso dell’amico. Poi, visto che la risposta non arrivava, guardava di nuovo il panino e sceglieva con cura il punto in cui avrebbe dato il prossimo morso.
Con i ragazzi che l’anno scorso hanno affrontato il loro primo anno nel progetto PS3#DallaTerralCielo e che quest’anno hanno deciso di continuare con PS3#IlCammino abbiamo affrontato il tema dell’ascolto: ascolto di sé stessi come premessa per ascoltare gli altri e l’Altro. Anche in ottica di dialogo con sé stessi mi verrebbe da dire che è fondamentale essere in grado di ascoltare sé stessi per poter successivamente dialogare con gli altri.
Sia quando ero un’atleta professionista che in questo momento, in cui mi dichiaro un’inguaribile appassionata dello sport e una perseverante donna che continua ad allenarsi, il mio decorso è stato ed è inevitabilmente caratterizzato da un’alternanza di momenti ricchi di miglioramenti e momenti di difficoltà.Spesso ho dimenticato che tutto questo è “normale”, pretendendo di saper sempre volare nello spazio come Iron Man, oppure di spaccare tutto con la stessa forza distruggente dell’incredibile Hulk.
Fabio Caravaglios è arrivato a Nizza dopo 5 tappe, 515 km. 12.300 metri di dislivello, 7 gran premi della montagna tra cui Alpe d'Huez, Col du Galibier, Col d'Izoard e Cime de la Bonette a 2800 metri. La sfida con se stesso è stata vinta. Un progetto co-costruito da Fabio con il Team Sport4Life coordinato dal coach Paolo Loner con nutrizionista, fisioterapista, preparatore fisico e tecnico. Un'esperienza che dal punto di vista professionale ed umano è stata ricca di emozioni, intensa come impegno di lavoro e che racconteremo a breve.
Mi capita spesso, parlando di coaching, che qualcuno mi chieda: «Quindi tu sei un motivatore?»
Motivatore? Motivatore… a chi?
Non è di certo un’offesa ma…… ma la parola motivazione esprime un concetto così centrale nelle attività di coaching che credo meriti qualche riflessione! Di solito, quando ho bisogno di chiarirmi le idee, la prima cosa che faccio è andare a cercare su un buon dizionario: “Motivatore: chi è dotato delle capacità e dell’autorevolezza necessarie per incoraggiare e stimolare altri a raggiungere un obiettivo”. Questa, ad esempio, è la definizione che troviamo nel noto Treccani.
"Le parole generano emozioni, le emozioni generano comportamenti", con queste parole pronunciate dalla mia trainer in cancer coaching incomincio questo articolo sul tema: allenare le emozioni.
Diamo troppo poco peso a quanto il nostro stato emotivo incida sul nostro agire e quanto la nostra influenza possa essere incisiva nel gestirle.
Di recente ho concluso un master in coaching oncologico che mi ha segnata molto profondamente.
Si è parlato di molti aspetti legati alla malattia, ma non solo, tanti temi sono risultati profondamente veri anche nella vita di ogni giorno e hanno molto a che fare con il modo in cui decidiamo di prendere ciò che ci accade, quali emozioni mettiamo in campo e quanto siamo disposti ad attraversarle, senza subirle, vivendole, invece.
Il progetto Sport4Life ha avuto fino al 2017, come partner logistico organizzativo e co-costruttore dei progetti extra sportivi.
Perego Libri.
Il progetto Sport4Life in ambito della danza sportiva è sviluppato dal 2013 in collaborazione con GardaDanze di Castelnuovo del Garda (VR) e il direttore tecnico Nicola Lonardi
"Vi ringrazio per quello che fate nel mondo dello sport, ma in particolar modo per l'aiuto che date ai giovani a 360 gradi. E' bello constatare che ci sono persone che credono nei benefici dello sport a tutti i livelli" Claudia Cantisani.
Appassionato di viaggi e sport, ogni qual volta possibile, mi trovo con una valigia e una macchina fotografica in mano. In questo sito racconto di eventi, storie, paesaggi. Il fattore comune con il Team di Sport4Life? La PASSIONE che Ci mettiamo nel nostro vivere quotidiano.
Il Metodo Sport4Life si arricchisce dell'esperienza di allenamento che viene svolto direttamente sul campo da tennis al fianco degli allenatori. Questo arricchimento metodologico è stato sviluppato da settembre del 2020 fino a luglio del 2022 in collaborazione con O.T.A., accademia di Codevilla (PV) per l'insegnamento del tennis e l'avviamento al professionismo.
Il progetto Sport4Life ha avuto fino al 2023 come partner per gli eventi e progetti extra sportivi,
Savelli s.r.l.
Per me è un piacere apparire al vostro fianco e sostenere le vostre attività in ambito sportivo.
Nicola Rota Gelpi
Sostengo il progetto Sport4Life e Buone Pratiche per l’impegno nel divulgare i valori dello sport e l'importanza che viene data allo sport per la crescita delle persone.
Presidente Cristian De Moliner.