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L’immagine fisica della paura la posso rappresentare in un fermo immagine che conosco molto bene. È il momento della partenza di uno schema di gioco nel football americano. Prima del comando da parte del quarterback tutti gli atleti sono nella posizione “pronti”, i muscoli contratti, tutto il corpo poggia su dita o punta dei piedi pronti per lo scatto e l’azione. Il corpo produce ormoni adrenalinici che potenziano i muscoli per il difficile compito che li aspetta. Ecco immagina che un'atleta che ha paura durante un match, mantiene per molto tempo questo stato fisico e mentale con il sangue pieno di adrenalina e il corpo teso allo sforzo per prepararsi ad un “via”, che però non avverrà mai. Per quanto in forma potrai essere, nel giro di pochi minuti crollerai fisicamente e tutta la tua performance ne risentirà e alla lunga, purtroppo anche la tua salute. La paura non è negativa. La paura è un’emozione che ci aiuta a proteggere noi stessi e ciò che abbiamo di più caro. La paura è un’emozione che conoscono le persone di coraggio perché quando

intervengono, la loro azione diventa sicura per se e per gli altri. La paura ci coinvolge in ciò che ci appare sconosciuto o estraneo siano esse situazioni o persone. La paura appartiene a tutti dal bambino al nonno e ai più famosi personaggi ed eroi della nostra vita. La differenza la fa come questa emozione viene individualmente gestita. C’è chi la supera e chi la subisce.

La paura per uno sportivo o uno studente subentra generalmente in due casi:

  1. quando le emozioni che vengono percepite come sgradevoli e mettono in atto dei meccanismi di evitamento verso le stesse emozioni. Per esempio l’emozione collegata alla sconfitta, ad un brutto voto a scuola, oppure collegata alle critiche, alle aspettative, alla percezione di se come persona capace o meno.
  2. La paura inoltre si presenta agli atleti che pensano di esercitare un controllo eccessivo sull’ambiente intorno a sé, che vogliono fare il punto vincente, vogliono battere l’avversario, controllare le scelte altrui, passare una verifica a scuola, ottenere uno specifico voto, ecc. ecc.

Quando la paura è eccessiva e non viene gestita, procura un senso di incapacità fisica e mentale. I sintomi della paura possono includere tremore, aumento del battito cardiaco, respirazione superficiale, sudorazione profusa, sensazione di soffocamento. Ricordi la tua espressione e le tue emozioni poco prima dei punti importanti della partita a cui tenevi di più in assoluto?  Ti ricordi quando davanti al foglio in una verifica a scuola non ti veniva la risposta nonostante fossi sicuro di saperla? Ecco quella è la paura che prende possesso di te, della tua mente e delle tue azioni. Se nella vita avessi mantenuto quell’atteggiamento di panico sempre, gli esiti di molte altre partite, altri esami e la vita stessa sarebbero stati disastrosi.

La realtà è che la paura non gestita “chiude la mente”. Uno sportivo e uno studente sanno perfettamente di cosa stiamo parlando. Lo stress legato al controllo del risultato della gara o dell’esame, paralizza. Golfisti con braccia tremanti, tennisti con braccia rigide, rugbisti con gambe legnose, calciatori che al rigore vedono la porta più piccola di quanto non lo sia nella realtà, studenti che scrivono risposte sbagliate o non rispondono affatto. Perché tutto questo? Perché la paura impedisce di accedere alle informazioni immagazzinate nel cervello, che sono il frutto dell’allenamento di molti mesi e anni. La paura quindi azzera temporaneamente la memoria degli allenamenti svolti e delle competenze acquisite negli anni. La paura non gestita uccide i sogni, le speranze, la fede, frena l’autorealizzazione delle persone, impedisce ad essere felici, limita la vita che vorremmo vivere, paralizza le azioni e il pensiero.

Come funziona la paura? Tecnicamente la paura è frutto di un sistema di protezione del nostro corpo che interviene una volta che viene riconosciuto un fattore di stress ambientale. A quel punto il sistema nervoso allerta la comunità di cellule riguardo al pericolo imminente e ne determina una risposta, “fight or flight” (lotta o fuga) attraverso due reazioni.

  1. Il corpo annulla il sistema immunitario (perché consuma molta energia) e raccoglie tutta l’energia solo per la fuga o la lotta. Ti ricordi quando alla fine di un periodo molto stressante ti sei ammalato?
  2. Interferisce con la capacità di ragionare lucidamente. In caso di pericolo è più importante dare energia all’attività di reazione che non alla logica. Ti ricordi quando causa la paura hai commesso errori che non commetteresti mai nella vita?

Cosa posso fare per imparare a gestire la paura? Le domande che ti puoi porre per analizzare, comprendere le tue paure e capire come le reazioni che ne derivano possono condizionare la tua vita sono:

  1. Quale è la paura che ti ostacola prima o durante un incontro?
  2. Come si manifesta?
  3. Da dove proviene questa paura?
  4. È reale?
  5. Quale vantaggio puoi ottenere dal consentire alla paura di bloccarti?
  6. Quale vantaggio potrai ottenere se impari a gestirla?

“Non c’è nulla di cui avere paura, se non la paura stessa” (F.D. Roosvelt). Allenarsi per conoscere le paure e farle entrare in campo o sul banco di scuola assieme all’atleta è il primo passo verso una vita sportiva e non solo, piena, appagante e libera che mette nelle condizioni l’atleta e lo studente di poter dare il meglio delle sue migliori energie.

CoachLoner

 

Bibliografia

La Biologia delle Credenze di Bruce H. Lipton ed. Scienza e Conoscenza 2005

Match Point Il gioco della vita di M. Santangelo ed. PiemmeIncontri 2017

Grinta Il potere della passione e della Perseveranza di A.Duckworth ed. Giunti 2016

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