Come nascono le nostre opinioni sul mondo? Ma soprattutto: Esiste veramente per l'uomo la possibilità di una conoscenza oggettiva della realtà o tutto è doxa, opinione?
Nel capolavoro " La struttura della magia", quello che potrebbe essere considerato l'antico testamento della PNL, gli autori Bandler e Grinder affidano la risposta a una fiaba, intitolata " Il re e il principe".
Nella storia si racconta di un principe a cui il padre ha insegnato a non credere nell' esistenza di principesse, isole e Dio. Un giorno il giovane lascia il suo regno e viaggiando finisce nei pressi di un mare con al suo interno terre, strane creature femminili e un uomo vestito di bianco. L'uomo interrogato dal principe afferma di essere Dio e che ciò che il ragazzo vedeva erano appunto di isole e principesse. Il principe, confuso da quelle rivelazioni, torna dal padre che gli chiede di descrivere chi gli avesse parlato. Mentre il principe racconta il re spiega di aver riconosciuto l'uomo e rivela al principe che in realtà si tratta di un mago che lo ha ingannato. Il principe arrabbiato torna dall'uomo vestito di bianco a chiedere spiegazioni. Questi gli risponde che è il re ad essere un mago, il quale lo tiene prigioniero di un incantesimo in grado di nascondergli principesse isole e Dio. Il principe, sempre più disperato, torna dal padre e esige di sapere la verità. Il re a quel punto sorridendo gli rivela che sia lui sia l'uomo in bianco sono maghi. Ma allora qual è la verità dietro la magia? Chiede il ragazzo. Non c è nessuna verità oltre alla magia spiega il padre. La verità è appunto che non è possibile avere una visione oggettiva del mondo e le convinzioni, le opinioni che l'uomo si costruisce, sono l' unica vera realtà e l' autentico incantesimo nelle sue mani. Ma in cosa consiste il valore della magia? Nel finale, bellissimo, il principe, disperato da questa scoperta insopportabile, dichiara di desiderare la morte. Il padre allora gliela materializza davanti e il principe, ricordando le principesse e le isole, irreali ma bellissime, torna sulla sua decisione.
La bellezza della magia allora sta innanzitutto nel riconoscere il limite di qualsiasi credenza, giudizio, rappresentazione che la rendono possibile, si manifesti essa in forma di principessa, isola o Dio ma anche nel volerla preferire al nichilismo del nulla e della morte dei valori.
Quali sono allora concretamente gli strumenti della nostra magia? Bandler e Grinder riassumono la struttura a tre elementi: i sensi, le esperienze individuali e il linguaggio, i tre filtri di rappresentazione della realtà, le tre bacchette magiche con cui diamo forma al mondo. Tra queste, sostengono I due autori, la più potente è il linguaggio perché a differenza dei sensi e delle esperienze, è dotato di risorse infinite. Con il linguaggio possiamo formulare, rivedere, alimentare le nostre opinioni sul mondo. Con le parole generiamo pensiero critico, con esso combattiamo l'avanzata del nulla e della morte. Arricchire le nostre risorse espressive permette allora di creare isole meravigliose in cui contemplare Dio in compagnia di splendide principesse.
Riccardo Spadoni