Più di duecento adulti, ragazzi e bambini hanno partecipato alla serata che ha visto protagonisti la filosofia della squadra Excelsior e il lungometraggio che racconta la sua storia: “I Magnifici Perdenti”. Ci sono stati sorrisi e commozione da parte del pubblico, che ha apprezzato sia il film sia le riflessioni finali degli ospiti su un tema importante: allenarsi per crescere.
La proiezione è stata preceduta dagli interventi di Stefano Massari, mental coach, che ha voluto omaggiare i suoi colleghi attraverso dei ringraziamenti sinceri, e di Massimo Antonino, coordinatore e anima della formazione bolzanina.
Massimo ha fornito delle cifre: più di 2000 goal subiti, poco più di 100 goal fatti, 2 partite vinte e 285 partite perse. Come ha detto lui stesso, questi numeri fanno sorridere, ma bisogna comprendere che sono alla base di un percorso atipico nel mondo del calcio. Entrare in campo per dare in massimo va oltre all’ambizione del risultato.
Per ultimo ha voluto citare l’8, il più importante e di cui andare fieri, perché è il numero delle coppe fair play, assegnate alla squadra più corretta del campionato. Come si legge dal loro sito, “vincere otto coppe Fair Play su undici campionati, vuol dire credere davvero nel Fair Play, nella lealtà e nella correttezza e trasmettere questi valori giorno per giorno”.
Il coordinatore ha poi lasciato che fosse il lungometraggio a parlare, a spiegare come e perché il fenomeno Excelsior ha attirato l’attenzione di trasmissioni sportive, delle testate giornalistiche italiane e non, e di un regista francese.
Dopo la breve presentazione, si è dato quindi il via alla storia della squadra più perdente in campo, ma più felice fuori. Sono apparsi man mano tutti i ragazzi che fanno parte del progetto: stranieri, italiani, medici, cuochi, studenti; ognuno con la proprie particolarità, il proprio carattere e le proprie origini. Un gruppo eterogeneo e unito, a dimostrazione della ricchezza che accompagna le diversità.
Dal film sono emerse la loro simpatia e semplicità, la passione per il calcio, la sportività. Tutte qualità che in poco tempo hanno convinto l’allenatore, incerto sul suo futuro, a voler rimanere nel mondo del pallone.
Ciò che ha colpito maggiormente è stata sicuramente l’unità della squadra, dentro e fuori dallo spogliatoio. Compagni, ma soprattutto amici. Praticare lo sport che si ama con persone con cui ci si diverte è qualcosa di unico, che non sempre accade.
“I Magnifici Perdenti” lascia a chi lo guarda tutto ciò. Una lezione di vita, un gruppo da prendere come esempio, una società da cui trarre insegnamenti.
Qual è l’ingrediente magico di questo esperimento ben riuscito? Massimo Antonino ha le idee chiare. “Mettere ogni ragazzo al centro. Ognuno si sente protagonista, ognuno è titolare perché lo sente sulla propria pelle. Ogni domenica i ragazzi vanno a casa magnificamente perdenti, ma soddisfatti, perché sanno di aver dato il massimo”.
A seguito della proiezione e degli applausi dei presenti, Daniele Magagnin, giornalista sportivo e moderatore della serata, ha chiesto agli ospiti un feedback, visto dalle competenze e dall’angolatura di ciascuno.
Lo psicologo e autore Cristiano Pravadelli ha sottolineato il fatto di aver capito come lo sport offra l’opportunità di imparare a decentrarsi, ovvero a parlare la lingua della persona con cui si condivide una passione, comprenderne i bisogni e le necessità. “Mi sembra che questa sia una delle lezioni di vita più importanti che si trasferisce attraverso l’esperienza riportata con il film”.
Paolo Loner ha fortemente voluto che “I Magnifici Perdenti” fosse trasmesso a Merate.
“Posso dire perché ho desiderato far vedere questo film a tutti, in particolare ai ragazzi con cui stiamo lavorando, ed è il messaggio che a me era piaciuto quando lo vidi a Bolzano qualche mese fa. Attraverso lo sport c’è la possibilità di apprendere una serie di competenze e vivere delle esperienze che non sono legate esclusivamente al risultato”.
Marta Labate, una giovane ragazza che arriva da uno sport prettamente individuale, il canottaggio, ha voluto sottolineare come dal film abbia tratto il lavoro di squadra. “Adesso seguo una squadra di pallone dal punto di vista fisioterapico, e quindi mi devo anche io integrare nel gruppo e cercare di capire i bisogni e le necessità dei giocatori. Vi faccio i complimenti per come avete gestito tutti questi ragazzi”.
“Non ci sono tante parole da dire, perché è tutto racchiuso nel film, che è da far vedere a tutti. Credo che questa sera l’Excelsior abbia duecento tifosi in più. Complimenti ai promotori dell’iniziativa e ripeto: facciamolo vedere a tutti”, così l’ex calciatore Enrico Tedesco ha espresso il suo entusiasmo per la società bolzanina e il progetto che sta portando avanti.
Roberta Antignozzi, che ha giocato in squadre di alto livello e ora allena piccole aspiranti calciatrici nell’A.C. Milan, ha ringraziato prima di tutto Paolo per l’invito. “Mi ha emozionato tantissimo il film e mi ha colpito l’unione e la compattezza di questi ragazzi. Quando si vince è facile sorridere e andare d’accordo, mentre nelle sconfitte è veramente difficile, quindi c’è un grandissimo lavoro dietro”.
Anche Stefano Moroni, che ha inglobato nel suo circolo “Roseda” il progetto “Il tennis allena alla vita”, si è detto molto colpito dalla visione del lungometraggio. “Arrivando da uno sport come il tennis che è molto solitario, ho capito che quello che stiamo facendo a Merate con lo staff che abbiamo creato è nella direzione giusta. Questo film mi dà e dà a tutti noi lo spunto per proseguire su questa strada”.
Cambiare la cultura del risultato a tutti i costi è complicato, ma non impossibile.
“I Magnifici Perdenti” è il modo migliore per modificare questo tipo di approccio, e davvero andrebbe trasmesso nelle scuole e nei centri sportivi, per insegnare ai giovani che se ci si diverte e si dà il massimo, si ha già vinto!
Emma Colombo